venerdì 31 ottobre 2008

Effetto del fumo nell'esercizio fisico


Questo è un post di approfondimento un pò più professionale del solito. Cito difatti quanto dice il libro di Fisiologia Medica di Guyton e Hall, nel paragrafo intitolato "Effetto del fumo di tabacco sulla ventilazione polmonare nell'esercizio fisico".


"E' ben noto che il fumo riduce il fiato dell'atleta e vi sono prove inconfutabili che lo dimostrano. La nicotina, tra le tante azioni che esercita, fa costringere i bronchioli terminali, con aumento della resistenza al flusso dell'aria sia durante l'inspirazione sia nell'espirazione. Gli effetti irritanti del fumo, inoltre, provocano secrezioni nell'albero bronchiale e fanno gonfiare l'epitelio di rivestimento. Ancora, la nicotina ha un effetto paralizzante sulle ciglia dell'epitelio dell'apparato respiratorio, le quali con il loro continuo movimento normalmente rimuovono dalle vie aeree l'eccesso di secrezioni e le particelle estranee. Nel fumatore questo materiale si accumula, ostacolando ancora di più il respiro. Per tutti questi fattori, anche chi fuma moderatamente avrà sempre una certa difficoltà respiratoria durante un'attività fisica massimale, e ovviamente il livello della sua prestazione potrà essere ridotto.

Molto più seri sono gli effetti nei fumatori incalliti, nei quali quasi sempre si sviluppa un enfisema polmonare più o meno pronunciato. In questa patologia respiratoria, si sviluppano: (1) bronchite cronica, (2) ostruzione di molti bronchioli terminali, (3) distruzione di molte pareti alveolari. Se l'enfisema è grave, possono andar distrutti i 4/5 della membrana respiratoria e allora anche l'attività fisica più leggera potrà dare origine a difficoltà respiratoria. Molti soggetti enfisematosi, infatti, non sono in grado di camminare per pochi metri senza manifestare un forte affanno."
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mercoledì 29 ottobre 2008

Indispensabili se vogliamo rollare le nostre sigarette: le cartine!

Smoking
La storia delle cartine nasce parallelamente con l’avvento delle sigarette. Prima difatti esistevano solamente i sigari, per il cui confezionamento occorrevano solamente foglie di tabacco arrotolate l’una nell’altra. Le prime sigarette pare siano nate nel XVIII secolo, e presumibilmente con esse sorge la necessità di un “recipiente” combustibile per il tabacco sminuzzato.
Ma perché la necessità di passare dai sigari, al tabacco sminuzzato? Per questioni di povertà: pare infatti che i barboni raccogliessero i mozziconi dei sigari lasciati in terra dai ricchi signori; quindi li sbriciolassero e li avvolgessero con della carta per mantenere compatto il tabacco in pezzi da fumare.


Ma questa è storia, oramai. Al giorno d’oggi anche le cartine hanno subito una evoluzione tecnologica incredibili. Esistono migliaia di tipi diversi di cartine, in lino, riso o canapa. Sono di forma rettangolare, dalle dimensioni variabili in base alla marca e al formato prescelto, con uno dei due lati lunghi ricoperto da una sottile striscia di colla, simile a quella usata per il retro dei francobolli, che esplica la propria funziona se viene bagnata.

Rizla+
Le caratteristiche delle cartine sono varie. Vengono classificate in base al peso, o in base alla trasparenza (ultimissima novità del 2006 sono le cartine completamente trasparenti, che lasciano vedere perfettamente il tabacco sottostante), o ancora in base alla maneggevolezza.
Ad oggi tuttavia, almeno in Italia, sono due le marche più quotate in questo mercato, le cartine Rizla e le cartine Smoking.

La società Smoking sembra nascere nel 1725, mentre ben più antica è la storia delle Rizla, i cui primi documenti risalgono al 1532, ma solo agli inizi del 1700 si ha l’avvio del commercio.
Originale è la storia del nome di questa società. Si racconta che nel 1860 Pierre Lacroix abbia brevettato la formula finale per le proprie cartine utilizzato del riso. Riso in francese si dice Riz; la sillaba LA che segue richiama il cognome dell’ideatore (Lacroix), mentre croce in francese si dice proprio Croix, e da qui l’uso di posporre il segno “+” a seguito del nome Rizla.
Invito pertanto tutti i lettori di questo blog, da domani, a rivolgersi al proprio tabaccaio chiedendo: “per cortesia mi dia le cartine Riz LaCroix” :-)

Infine, se siete curiosi, a questo LINK trovate centinaia e centinaia di immagini delle più svariate marche di cartine, in ordine alfabetico!

Chi utilizza le Rizla+ o le Smoking, come si trova? Quali preferite? E soprattutto, che uso ne fate?
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martedì 28 ottobre 2008

Fumare durante l’allattamento

Spero di avervi spaventati abbastanza con il mio post riguardo i danni che provoca il fumo al bambino durante la gravidanza.
Con questo post invece voglio tranquillizzare un po’ di più le mamme fumatrici. Ma parto con una considerazione personale: fumare in gravidanza è pericoloso per la salute del figlio; quindi le mamme che aspettano un figlio devono smettere di fumare per 9 mesi. Perché mai allora dopo 9 mesi dovrebbero ricominciare a fumare? Eppure 9 mesi senza una sigaretta dovrebbero essere sufficienti a far cessare la dipendenza da nicotina…

Ad ogni modo, una donna che fuma durante l’allattamento deve seguire questi due consigli per evitare di far del male al proprio neonato:

  1. deve fumare lontano dal proprio figlio, per evitare che subisca il fumo passivo;
  2. non deve fumare immediatamente prima del momento dell’allattamento, né tantomeno durante.

Anche se la madre fuma, i benefici che si hanno con l’allattamento materno superano comunque di gran lunga gli eventuali effetti collaterali della nicotina.
Infatti il rischio maggiore di una madre fumatrice è legato solamente al possibile passaggio di nicotina dal sangue materno nel latte, e quindi al figlio. Tale rischio è tanto maggiore quante più sigarette la madre fuma, e quanto ravvicinata sia l’ultima al momento dell’allattamento. L’emivita della nicotina è di circa 90 minuti: questo significa che la quantità di nicotina presente nel sangue diventa la metà in un’ora e mezza. -- Continua a leggere! --


lunedì 27 ottobre 2008

Fumare in gravidanza


Fumare in gravidanza nuoce gravemente alla salute del bambino!
Comincio così questo post, affinchè sia chiaro a tutti il messaggio che voglio dare.
Le sostanze inalate presenti nel fumo di sigaretta (sia diretto che passivo) sono estremamente piccole, oltre ad essere pericolose: pertanto passano tranquillamente nei vasi placentari e da questi nei vasi della circolazione fetale, portando a diretto contatto le cellule del nascituro con sostanze dannose.

I danni sono molteplici; eccone alcuni:

  1. la nicotina tra i suoi effetti, provoca vasocostrizione, e così si riduce la quota di sangue che arriva al bambino, incontrando forti resistenze provocate dalla riduzione del calibro dei vasi sanguigni;
  2. il monossido di carbonio (CO) si lega all’emoglobina, la proteina che trasporta ossigeno ai tessuti, privando così il tessuto fetale di ossigeno;
  3. le sostanze cancerogene possono raggiungere il feto, e le conseguenze sono presto intuibili: oltre alla possibilità di morte improvvisa del lattante, è possibile che il bambino sviluppi la leucemia o altri tumori nei primi mesi di vita;
  4. è stato ampiamente dimostrato, mediante studi statistici, che più sigarette si fumano durante la gravidanza, minore sarà il peso del nascituro, fino alla possibilità (non tanto remota) di possibili nascite di feti sottopeso.

Il fumo quindi, oltre ad essere estremamente dannoso per la propria salute, lo è anche verso i propri figli.
Chiudo questo post con due raccomandazioni. La prima è rivolta verso le donne incinta: NON fumate. La seconda verso tutti i fumatori: quando vedete una donna incinta vicino a voi, NON accendetevi una sigaretta, o per lo meno allontanatevi di qualche metro da lei. Mi raccomando! -- Continua a leggere! --


domenica 26 ottobre 2008

Quit smoking hypnosis: smettere di fumare con l’ipnosi


Forza ammettiamolo: chi tra noi fumatori non ha mai pensato almeno per un istante “voglio smettere di fumare”? Credo nessuno, e più in giro si sentono le conseguenze disastrose del fumo, più i fumatori desiderano smettere di fumare. Ma non è facile: la dipendenza da nicotina è molto forte, e a questo è da aggiungere il fatto che gli effetti collaterali delle sigarette si avvertono lentamente, e spesso ci dimentichiamo di quanto male stiamo facendo al nostro corpo.
Consci di ciò, i fumatori cercano sempre più vivacemente metodi per smettere di fumare senza eccessivi sforzi, e magari annullando i sintomi dell’astinenza da nicotina. E allora perché non provare anche con l’ipnosi?


L’ipnoterapia non è altro che l’uso dell’ipnosi a fini terapeutici, che sta prendendo sempre più piede, tanto che negli USA e nel Regno Unito esiste una branca specialistica apposita. Attraverso svariate metodiche mira alla ristrutturazione di credenze e di personalità; viene utilizzata in diverse forme di nevrosi, nei disturbi somatoformi, nelle dipendenze, nel trattamento di disturbi sessuali (di origine psicogena), nei disturbi alimentari. I successi sono documentati da lavori scientifici pubblicati su riviste di ordine medico.

Per quanto riguarda il trattamento delle dipendenze, l’utilizzo dell’ipnosi mira a liberare il paziente dalla convinzione di necessitare della sostanza di cui è dipendente, nel nostro caso la nicotina (ma è anche utilizzata per dipendenze da alcol e droghe). Il fumatore provoca un indiscusso piacere nell’assumere una certa quantità di nicotina quotidianamente; ma tale bisogno non è fisiologico, e può essere eliminato operando a livello del subconscio.

Ma l’ipnosi è davvero efficace in tutti i casi? Purtroppo no. La volontà del paziente è un fattore fondamentale qualora egli desideri allontanarsi da un vizio. L’ipnosi può essere il trigger, il grilletto che imprime la forza iniziale per il conseguimento dell’obiettivo, ma non è in alcun modo sufficiente a vincere il problema.

Sinceramente dubito che ricorrerei mai all’ipnosi, qualora decidessi di smettere di fumare. Sono convinto che la forza di volontà sia di per sé sufficiente: senza di essa, qualsiasi tentativo sarebbe inutile.
E voi che ne pensate? Ricorrereste all’ipnosi per quell’aiuto iniziale verso la sconfitta del vizio del fumo?

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sabato 25 ottobre 2008

Quale oggetto è veramente indispensabile per un fumatore?


Beh, la risposta è abbastanza semplice: l’accendino!
Questo è un dispositivo portatile, di piccole dimensioni, in grado di generare il fuoco, utile per accendere le proprie sigarette.
Il combustibile più utilizzato è il GPL (sigla che sta per Gas di Petrolio Liquefatto), utilizzato anche nelle bombole a gas di uso domestico e in alcune autovetture. Questo gas liquido che in presenza di aria e di scintille, genera il fuoco, è comunemente utilizzato negli accendini usa e getta, ma non solo.
Un altro combustibile utilizzato è la benzina, questa soprattutto in un particolare modello, lo zippo, chiamato anche accendino perpetuo, perché al contrario di quelli usa e getta, una volta generata la fiamma essa non si spegne, se non richiudendo il tappo che allontana l’ossigeno.


Il funzionamento generale di tutti gli accendini è molto semplice: una ruota zigrinata sfregando uno pietra focaia genera una serie di scintille; contemporaneamente l’uscita di gas dall’accendino in presenza delle scintille dà vita alla fiamma.
Il primo accendino fu creato nel 1823 da Johann Wolfgang Dobereiner (chimico tedesco), ed entrarono in produzione nel 1880.

Al giorno d’oggi esistono numerose industrie che costruiscono accendini: il leader per gli usa e getta è sicuramente la Bic (la stessa società che produce le celebri penne a sfera), visto il suo basso prezzo (in Italia i Bic più piccoli costano 0.65 €).
Una variante degli accendini a pietra focaia è costituita dagli accendini a bottone: premendo in corrispondenza di un bottone posto sull’apice, si apre automaticamente la camera con il gas liquido che automaticamente si volatilizza, e per la pressione generata un cristallo piezoelettrico provoca una scintilla che accende la fiamma (il meccanismo è assolutamente identico a quello dell’accensione dei fornelli a gas delle cucine).

Da qualche mese sono ormai presenti sul mercato accendini con nuove norme di sicurezza: sulla ruota zigrinata è presente una lamina metallica che impedisce ad essa di girare involontariamente, e quindi di accendere la fiamma senza volerlo.


E voi quale tipo di accendino usate? Li collezionate?
A voi la parola!
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venerdì 24 ottobre 2008

Chi sono i Chipper?


Con il termine chipper, gli americani definiscono i fumatori occasionali, ossia tutti quelli che non hanno il vizio del fumo, ma che se si trovano in compagnia ne approfittano per fumare. Sono anche chiamati social smokers (fumatori in compagnia): sono i cugini dei ben più diffusi social drinkers.

Una caratteristica comune a tutti i chippers è quella di autodefinirsi non-fumatori:
conoscente: “tu fumi?”
chipper: “no… ogni tanto, quando sono in compagnia, ma non ho il vizio”


Personalmente ritengo il contrario: anche i chippers hanno il vizio del fumo, ma non avendo la possibilità, il tempo, o la costanza di fumare assiduamente, lo fanno solo per spirito emulativo in compagnia degli amici fumatori incalliti. Ma comunque lo si consideri, desiderare una sigaretta è sintomo di una dipendenza, seppur lieve e non suffragata da grandi quantità!

Come sono visti i chippers dagli altri? Beh, i non-fumatori li odiano, e più volte mi è capitato di sentire questa frase di un non-fumatore ad un chipper: “ma se non hai il vizio, perché fumi rovinandoti la salute? Smetti finchè non hai il vizio, altrimenti finirai per diventare dipendente”.
Anche dai fumatori incalliti, non sono proprio ben visti, per un motivo molto semplice: tutti (o quasi) i chippers girano senza sigarette e le scroccano ai veri fumatori, i quali si sentono privati di un bene prezioso, concesso a chi “non merita”. Perché diverso è il discorso quando un fumatore incallito chiede una sigaretta ad un altro fumatore incallito: c’è una certa solidarietà, e si è sempre pronti ad aiutare un fumatore che ha dimenticato a casa il proprio pacchetto, o che ha trovato il tabaccaio chiuso.

Io sinceramente ammiro i chippers, perché non hanno il vizio: li invidio così come invidio i non fumatori. Però voglio fare un appello a tutti loro: andate in giro anche voi con le sigarette in tasca :-P

E ora un paio di domande per voi: siete dei chippers? Ne conoscete qualcuno? Che rapporto avete?
A voi la parola!
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giovedì 23 ottobre 2008

La tabacchiera anatomica


Può parer strano, ma nell’uomo esiste un punto ben preciso che sembra fatto apposta per accogliere il tabacco da sniffare, e pertanto chiamato tabacchiera anatomica (anatomical snuff box, in inglese)!
Lo snuff è il tabacco da sniffare, e in passato pare che si usasse proprio questo sito per posarlo momentaneamente, per poi avvicinarlo al naso ed inalarlo.


La tabacchiera anatomica è una fossetta della mano, situata sul margine radiale di questa, quindi dal lato del pollice. Ha una forma triangolare, con l’apice rivolto verso il pollice: per poterla apprezzare è necessario mettere in tensione i tendini che la delimitano, allontanando il pollice dalla mano (come quando si fa l’ok con il pollice verso l’alto).
Anatomicamente parlando, la tabacchiera anatomica risulta compresa tra il tendine del muscolo estensore lungo del pollice, e i tendini dei muscoli estensore breve del pollice e abduttore lungo del pollice; sul fondo corrisponde all’osso scafoide (uno delle 8 ossa carpali), che possiamo apprezzare al tatto premendo la pelle in corrispondenza di questo spazio.
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mercoledì 22 ottobre 2008

Coltivazione del tabacco, curing e produzione di sigarette


Ordine: tubiflorae
Famiglia: solanaceae
Genere: nicotiana
Sottogeneri: tabacum, rustica

Il seme del tabacco è assai piccolo, che ben si adatta alle diverse condizioni climatiche (1 grammo può contenere anche 20.000 semi). Il terreno dove viene piantato deve essere ricco di sostanze, e spesso si concima con letame animale.
La gemmazione avviene per stimolo luminoso, e già dopo 5-10 giorni è possibile vedere il primo germoglio. Raggiunge una altezza di 15-20 cm in circa 2 mesi, all’interno di serre. Solo a questo punto è possibile il trapianto senza danneggiare la pianta.

Dopo successivi 3-4 mesi nel terreno, è possibile la raccolta. Esistono 3 tipi principali di tabacco, il Virginia, l’Oriental e il Burley: i primi due si raccolgono in operazioni successive, strappando dapprima le foglie più vicine al suolo, per salire in tempi successivi; il Burley invece si raccoglie con un’unica operazione, cimando alla base il fusto.

Le foglie di tabacco passano quindi al processo chiamato in inglese curing (conciatura, in italiano), che consiste nel trattamento del tabacco, con diverse metodiche:

  • Il tabacco Virginia viene trattato con il flue-curing: le foglie vengono appese e sottoposte a un gettito di aria riscaldata che le essicca; richiede una settimana circa di tempo;
  • Il tabacco Burley viene trattato con l’air-curing: le foglie vengono semplicemente lasciate a riposo, fino alla giusta essiccazione, e questo può richiedere anche 2 mesi di tempo;
  • Il tabacco Oriental viene essiccato con il sun-curing, ossia mediante l’esposizione delle foglie al sole;
  • Esiste infine il fire-curing, in cui le foglie sono sospese su una brace a fuoco lento per breve tempo (senza incendiarle ovviamente).

Ottenute le foglie essiccate, queste vengono lasciate a invecchiare fino a 3 anni di tempo; successivamente verranno tagliate in pezzi minuti, trattate con umettanti che ne mantengono la morbidezza e altri additivi.
Il tabacco fine quindi entra in enormi macchinari che “montano” le sigarette: viene dapprima creata una enorme sigaretta lunga centinaia di metri, successivamente tagliata in pezzi piccoli. Infine viene aggiunto il filtro, e si passa alla fase di controllo di ogni singolo prodotta, prima dell’impacchettamento.

Le macchine possono produrre da 8.000 a 14.000 sigarette al minuto!

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martedì 21 ottobre 2008

Quali sostanze chimiche che si trovano nelle sigarette sono dannose?

Nel fumo di sigaretta si trovano centinaia di sostanza chimiche, molte delle quali dannose, ed anche cancerogene. È comune pensare che l’unica sostanza pericolosa del fumo di sigaretta sia il catrame, perché la sua quantità è indicata su tutti i pacchetti in commercio. Ma questo non è vero: oltre al catrame, molte altre sostanze che vengono aspirate sono potenzialmente causa di cancro.
La nicotina, invece, non è direttamente dannosa per la salute dell’uomo, ma lo è in maniera indiretta perché ci spinge ad assumere tutte le sostanze pericolose.

Ecco l’elenco delle sostanze potenzialmente cancerogene trovate nel fumo di sigaretta, in accordo con il U.S. Department of Health and Human Services:

  • acetaldeide
  • acrilon-nitrile
  • 4-aminobifenile
  • o-anisidina idrocloride
  • arsenico
  • benzene
  • berillio
  • 1,3 butadiene
  • cadmio
  • 1,1 dimetil idrazina
  • ossido di etilene
  • formaldeide
  • furano
  • idrazina
  • isoprene
  • piombo
  • 2 naftilamina
  • nitrometano
  • N-nitrosammina
  • N-nitrodimetilammina
  • polonio 210
  • O-toluidina
  • vinil cloride
  • idrocarburi aromatici policiclici
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lunedì 20 ottobre 2008

Il filtro delle sigarette: di cosa è fatto?


Il filtro delle sigarette ha il compito di trattenere una parte di fumo, il tar (residui della combustione), e particelle fini prodotte dalla combustione del tabacco e della carta.
Pare sia stato brevettato per la prima volta dall’ungherese Boris Aivaz nel 1925, ma solo a partire dal 1960 ha avuto piede la grande diffusione delle sigarette con filtro, quando sono stati documentati gli effetti benevoli di questo.


Il filtro delle sigarette è fatto di cellulosa, ottenuta dagli alberi. Una volta estratta, questa viene trattata in maniera tale da ottenerne delle fibre molto sottili, successivamente compattate e forgiate a mo’ di cilindro da inserire alla base delle sigarette.
La sua efficacia di filtro del fumo è evidente con un piccolo esperimento: se prendiamo una sigaretta spenta e proviamo a rompere il filtro, esso ci apparirà di colore bianco; se rompiamo il filtro di una ‘cicca’ (il residuo di una sigaretta fumata), esso sarà di colore marrone chiaro, evidente sintomo di come abbia trattenuto un gran numero di sostanze che altrimenti si sarebbero depositate nei nostri polmoni.

Le sigarette cosiddette light altro non sono che normali sigarette con un particolare filtro: questo viene ottenuto lasciando piccoli pozzetti di aria al suo interno che diluiscono il fumo durante l’aspirazione. Questo significa che le sigarette light hanno il pregio di dare meno fastidio al fumatore (sono meno “pesanti”), ma hanno assolutamente la stessa pericolosità delle sigarette normali (le sostanza inalate sono le stesse e nella stessa quantità).

Il tempo di biodegradazione di un filtro di sigaretta varia dai 10 mesi ai 15 anni, a seconda delle condizioni ambientali in cui viene gettato. Fate quindi attenzione a dove gettate una sigaretta spenta, perché li potrebbe rimanervi per molto tempo!
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domenica 19 ottobre 2008

Le e-cigarette sono pericolose!

In questo post precedente avevo parlato della nuovissima invenzione delle e-cigarette, marchingegno sostitutivo delle normali sigarette, che secondo i produttori, dovrebbe ridurre notevolmente i rischi del fumo.
Già avevo avanzato alcuni dubbi personali sulla reale efficacia di questo strumento, ma avevo lasciato il post aperto con delle domande, perchè non ne avevo la certezza. Ma a quanto pare l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, o WHO nella sua traduzione americana World Health Organization) avanza delle critiche e si tiene ben lontana da questa iniziativa!


"Le sigarette elettroniche non sono una terapia a base di nicotina approvata": queste le parole le direttore generale dell'OMS, il quale non possiede proves scientifiche che confermano la sicurezza e l'efficacia del prodotto.
Il problema più grande sta nel fatto che i produttori delle sigarette elettroniche diffondono con decisione i miracolosi effetti delle e-cigarette, puntando su un tema caro a tutti i consumatori, la salute. Facendo leva su questo, pertanto, le e-cigarette stanno spopolando in diverse nazioni, dagli USA al Brasile, Canada, Olanda, Svezia, Turchia, Gran Bretagna.

L'OMS non sostiene che le sigarette elettroniche non possano avere davvero un'efficacia per i fumatori incalliti, ma prima di mettere in vendita un prodotto è sempre meglio accertarsi e fare studi scientifici approfonditi.

VIA| WHO.int
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Rolling Machine: creiamo noi le nostre sigarette!


La rolling machine è il nome americano di una ‘macchina’ fondamentale per chi vuole rullare (o rollare) le sigarette da solo. Il nome italiano di questo piccolo aggeggio è l’impronunciabile interpercolatrice!

È una macchina che viene riempita con del tabacco da sigaretta (disponibile in qualsiasi tabaccaio), poggiato su due tubi uniti da un nastro di gomma su cui si pone la cartina; a un estremo si può aggiungere il filtro (anch’esso in vendita nei tabaccai). E il gioco è fatto: inumidendo il lembo di cartina con la colla, è sufficiente far ruotare i due tubi per ottenere una sigaretta perfetta, pronta all’uso.

Quali sono i vantaggi delle sigarette self-made (fatte in proprio)?


Innanzitutto il costo: tralasciando il prezzo della rolling machine (che varia dai 4 ai 10 euro), l’acquisto di tabacco e di filtri permette una autonomia in numero di sigarette notevole, ad un prezzo ridotto (con una spesa pari a un pacchetto di sigarette da 20, potremo fumare circa il doppio).
In secondo luogo si ha un guadagno in termini di salute per tre motivi:

  1. doversi fabbricare una sigaretta ogni volta che ci viene il desiderio, rallenta il numero di volte che fumeremo (sicuramente eviteremo tutte quelle sigarette fumate di fretta prima che arrivi l’autobus, o prima che cominci la scuola, perché non abbiamo il tempo di preparare e fumare una sigaretta);
  2. pare (non ne sono ancora certo) che il tabacco sfuso contenga molte meno sostanze chimiche dannose per l’uomo, in primis il catrame che è un residuo della lavorazione del tabacco;
  3. se le sigarette in commercio misurano 85mm, le cartine classiche hanno una misura più ridotta, quindi fumeremo proporzionalmente di meno (a meno che non usiamo le cartine 100’s).

E voi usate la rolling machine? Come vi trovate? Qual è la vostra opinione?
A voi la parola! -- Continua a leggere! --


sabato 18 ottobre 2008

Flirtare fumando: lo smirting!

Da quando sono diventati noti e di dominio pubblico gli effetti negativi del fumo passivo, i fumatori sono sempre costretti a trovare posti appartati, all’aperto e lontano dai non-fumatori per potersi accendere una sigaretta.
È caratteristico osservare come in questi posti i fumatori socializzino tra loro! Che sia fuori da un ristorante o da una pizzeria; fuori dalle aule universitarie o nei bagni delle scuole; davanti all’entrata di un supermercato o di un centro postale ad aspettare il/la proprio/a compagno/a, i fumatori si trovano sempre uniti, e in virtù del vizio comune, è facile scambiare due parole.
Gli americani hanno notato questo fenomeno in maniera così diffusa da creare un nuovo termine: lo smirting nasce dalla fusione di flirting (approcciarsi) e smoking (fumare). Approcciarsi a qualcun altro mentre stiamo fumando è oramai una moda, e sicuramente più facile di altre situazioni.


Immaginiamo di trovarci in un ristorante con amici, e di notare una bella ragazza seduta ad un altro tavolo. Come fare per conoscerla? Certo non possiamo avvinarci a lei e chiederle: “Scusi signorina, mi potrebbe prestare il suo coltello? Il mio non taglia bene”!
Se però la nostra bella si alza per fumare una sigaretta fuori dal ristorante, il gioco è fatto. “Scusi signorina, potrebbe prestarmi il suo accendino cortesemente?”, ha sicuramente un effetto migliore! E una parola tira l’altra!

E a voi è mai capitato di fare smirting con qualcuno?
A voi la parola!
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La sigaretta elettronica: e-cigarette!


Il divertimento di ricevere una lettera per posta è scomparso quando è nata la posta elettronica. Il piacere di passare un pomeriggio a fare shopping è venuto meno con l’avvento dello shopping elettronico. E ora anche la sigaretta è diventata elettronica!
La e-cigarette è una nuova invenzione americana, una alternativa alla sigaretta classica, ma con effetti negativi sulla salute di gran lunga inferiori (ma non inesistenti!).


Si tratta di un tubo metallico a forma di sigaretta… che funziona a batteria! Aspirando, si attiva un microchip che porta a nebulizzare (grazie a un cristallo piezoelettrico) un liquido contenuto all’interno del tubicino di metallo, che prima di passare nella bocca del consumatore acquista una certa quantità di nicotina da una sorta di serbatoio posto all’interno di quello che sembra il filtro.
E il gioco è fatto: la “fame” di nicotina dei fumatori è soddisfatta, ma le sostanze nocive contenute nel fumo sono scomparse. Sembra un miracolo, ma sarà davvero così?

Personalmente sono alquanto dubbioso sulle grandi qualità millantate dai produttori della e-cigarette: è davvero priva di sostanza pericolose per l’organismo?
E poi l’aroma caratteristico di una sigaretta, è davvero lasciato intatto dal liquido che nebulizza, grazie al glicole propilenico?
Io non so se opterei per questa scelta. Certo, sarebbe da provare, perché è il sogno di qualsiasi fumatore poter fumare a sufficienza senza doversi preoccupare degli effetti nefasti sulla propria salute.

Sono riuscito a trovare un solo video dimostrativo della e-cigarette, che potete vedere a questo link.

E ora chiedo a voi lettori: rinuncereste mai al piacere e al gusto di una sigaretta per provare questo nuovo marchingegno elettronico?
A voi la parola!
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La nicotina e i suoi effetti

La nicotina è chimicamente una sostanza che entra a far parte del gruppo degli alcaloidi, contenuta nella pianta del tabacco (ma anche, in quantità molto minori, nel pomodoro, nella patata, nella melanzana e nel peperone). È considerato un composto stupefacente, descrivendo con questo termine tutte quelle sostanze che hanno un effetto a livello cerebrale nell’uomo.
La nicotina, a piccole dosi, ha infatti un effetto stimolante a livello del sistema nervoso centrale, aumentandone l’attività e l’attenzione; aumenta inoltre il battito cardiaco e la pressione sanguigna (è pertanto sconsigliato fumare ai cardiopatici); a livello gastrico aumenta la secrezione acida, favorendo la digestione. Quest’ultimo effetto è importante per comprendere due conseguenze comuni della assunzione della nicotina:


  1. dopo un pasto i fumatori avvertono un forte desiderio di fumare perché la nicotina favorendo la secrezione gastrica migliora la digestione: il corpo assuefatto ad essa la interpreta come un discreto digestivo;
  2. fumare a stomaco vuoto provoca un gusto spiacevole in bocca: lo stomaco secerne acidi che risalgono lungo l’esofago fino a giungere in bocca, e da qui si ha il caratteristico “alito cattivo” dei fumatori.

La nicotina provoca dipendenza, perché stimola i circuiti della dopamina, un neurotrasmettitore di neuroni coinvolti nei circuiti del piacere. Una piccola curiosità: nel gruppo chimico degli alcaloidi entra a far parte anche la molecola dell’LSD!
Un altro effetto della nicotina, presente in molte persone (ma non in tutte), è che essa stimola fortemente la peristalsi intestinale, inducendo lo stimolo della defecazione. Il binomio caffè-sigaretta al mattino è da taluni utilizzato appositamente per un fine defecatorio: il calore della bevanda stimola il riflesso gastrocolico (per il quale se lo stomaco riceve del cibo, vengono indotti movimenti del colon), mentre nicotina e caffeina hanno effetto stimolante sulla muscolatura dell’intestino.

Infine un altro effetto poco comune lo si ha a seguito di un lauto pranzo in compagnia. Se fumiamo dopo aver mangiato molto e aver chiacchierato in compagnia, compare il singhiozzo! Il singhiozzo è un riflesso dell’uomo che ha il fine di portare più ossigeno ai tessuti: in particolare, dopo pranzo occorre molto ossigeno per la digestione; inoltre aver parlato molto comporta una riduzione dell’ossigeno a disposizione (come il singhiozzo dopo aver riso molto a lungo), e se a ciò uniamo il fumo che ci priva di ossigeno, ecco che compare questo riflesso!

La biochimica illustra questi meccanismi, ma ogni individuo è diverso. Per questo mi rivolgo ai miei lettori: la nicotina ha davvero tutti questi effetti su di voi? Vi sentite dipendenti?
A voi la parola! -- Continua a leggere! --


Marlboro: rosse, light o medium?

Marlboro Rosse
La Marlboro è una marca di sigarette attualmente prodotta dalla multinazionale Altria (precedentemente conosciuta come Philip Morris USA) e dalla Philip Morris International. Sicuramente la marca più conosciuta nel mondo, la Marlboro ha una storia oramai centenaria, essendo stata creata nel 1902 a New York. Attualmente si trova a Richmond (cittadina il cui nome dice tutto, dello stato della Virginia) la più grande fabbrica con piantagione di tabacco annessa della marca Marlboro.
In commercio in Italia, le varietà più vendute sono le seguenti:

  • Marlboro rosse (normali, 100’s, morbide, in pacchetti da 20 o da 10 sigarette)
  • Marlboro light (normali, 100’s, morbide, in pacchetti da 20 o da 10 sigarette)
  • Marlboro medium (normali, morbide)

In America si trovano anche le Marlboro Menthol (al mentolo), il cui pacchetto ha un caratteristico colore verde, presente nelle varietà normale e light.
La lunghezza di una sigaretta Marlboro normale è di 85mm; le 100’s misurano ovviamente 100mm. Sempre in America possiamo trovare la versione dei vari tipi di Marlboro lunghe 72mm: le 72’s.

Personalmente fumo le Marlboro Light normali, e compro sempre pacchetti da 20 per comodità. Questa è indubbiamente la mia marca preferita, per il suo gusto e la sua robustezza, intermedia tra le rosse (le trovo eccessivamente pesanti), e la versione light di altre marche (mi vengono in mente le Camel Light: e chi le sente più ormai?).

E voi fumate le Marlboro? Se sì, quale tipo? Se no, quale marca preferite alla Marlboro?
A voi la parola!

TRIVIA Marlboro: cosa c’è scritto al di sotto del simbolo della Marlboro con i due cavalli e la corona?? Provate a rispondere senza andare a prendere il vostro pacchetto: se ci riuscite, siete davvero degli attenti osservatori!
-- Continua a leggere! --


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